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mercoledì 6 gennaio 2016

Osservazioni di PescaraPuntozero e Staz.ne Orn.ca Abr.se alla VA per la scogliera soffolta del PRP

                                                                              



Pescara, 04/01/2016                          

INVIATA VIA PEC ,   a:

-Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo - via@pec.regione.abruzzo.it
-Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna - oopp.lazio-uff8@pec.mit.gov.it
-Comune di Pescara - protocollo@pec.comune.pescara.it
-Capitaneria di Porto di Pescara - dm.pescara@pec.mit.gov.it
-Procura della Repubblica di Pescara - prot.procura.pescara@giustiziacert.it

OGGETTO: Valutazione di Assoggettabilità - intervento di realizzazione di una barriera soffolta - Porto di Pescara

In relazione all'intervento prospettato dal Provveditorato alle OO.PP. del Lazio, Abruzzo e Sardegna, depositato lo scorso 19 novembre 2015 presso la Regione Abruzzo si osserva quanto segue:

1) DIFFIDA

La procedura di V.I.A. (compresa la V.A.) deve essere obbligatoriamente svolta il prima possibile quando tutte le ipotesi sono ancora percorribili, compresa l'opzione zero, visto che la fase di assoggettabilità può concludersi con la necessità della successiva V.I.A. completa. Ne deriva che deve essere svolta in assenza di fattori che possono influenzare l'andamento della procedura, orientandola.
Ora, risulta che il Provveditorato alle OO.PP. abbia già appaltato e addirittura assegnato lo scorso 16 dicembre i lavori dell'opera in questione:
  • l'appalto è stato già assegnato in forma preliminare lo scorso 16 dicembre alla società MAC: qui si trova il documento (http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=25584)

L'appalto conteneva gli elaborati progettuali dell'intervento ora in fase di Verifica di Assoggettabilità!
Ci pare una procedura del tutto illegittima e foriera di potenziali gravi conseguenze per la parte pubblica nonché una forzatura rispetto alle scelte dei soggetti chiamati ad una valutazione "postuma" rispetto all'affidamento della gara (con importi già definiti; elaborati visionati dalle aziende partecipanti alla gara; vincoli contrattuali già operanti ecc.).

2) EFFETTO CUMULO - "SALAMI SLICING"

Il 20 novembre lo stesso proponente ha presentato un secondo progetto strettamente connesso con questo, quello relativo all'apertura parziale della diga foranea esistente. Anche per questo progetto è stata già bandita la gara prima della conclusione della procedura di V.I.A. (il primo progetto che compare nella lista in questo momento a questo link (http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=1264; scadenza
presentazione offerte il 25 gennaio 2016).

La barriera soffolta termina nella parte distale rispetto alla costa sull'apertura della diga foranea.
E' evidentemente un unico progetto suddiviso in due interventi in maniera del tutto artificiosa (anche ai fini della gara d'appalto a nostro avviso) tanto che si arriva a citare e richiamare in quel progetto documenti (come la relazione del Prof. Gallerano sulla modellazione numerica) che invece sono depositati in questo, producendo una confusione incredibile ed inaccettabile. 
Ammesso e non concesso che i due progetti potessero essere depositati separatamente in ogni caso la documentazione doveva essere completa in ambedue i casi.

Pertanto appare una caso evidente di "SALAMI SLICING", volto a rendere meno corposo ciascun progetto preso singolarmente, magari per evitare che si proceda con la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale completa che di solito viene realizzata negli interventi più consistenti. 
Tra l'altro le relazioni affrontano solo parzialmente la questione dell'effetto cumulo tra i due interventi, mancando le valutazioni degli effetti sulla fauna e delle attività di cantiere (ad esempio, la questione del sollevamento di pennacchi durante le fasi di demolizione/costruzione delle due opere che potrebbero così interagire).

3) FLORA E FAUNA

E' del tutto inaccettabile che nella relazione ambientale si rappresenti una situazione completamente diversa dalla realtà per quanto riguarda la condizione del litorale dove si insedierebbe la porzione della barriera prossimale rispetto alla costa.
La relazione insiste nel negare qualsiasi presenza di specie appartenente alla vegetazione psammofila e di specie di fauna di interesse.



Si riportano due stralci inoppugnabili in tal senso (si cita la Pineta dannunziana come unica area con qualche specie di interesse...).
Ora, basta guardare le stesse foto inserite nelle relazioni (qui lo screenshot con l'area in questione evidenziata con una freccia), per scoprire che il litorale antistante la Madonnina si caratterizza per una serie di dune embrionali con una vegetazione psammofila consistente in cui dominano specie anche molto rare lungo l'intero litorale abruzzese!




Basta consultare l'articolo sul sito (clicca quìhttp://abruzzomolisenatura.forumfree.it/?t=71765914) per scoprire che la realtà raccontata dal redattore sia completamente diversa da quella di campo.
Basta guardare una immagine tratta da google-earth anche senza muoversi dall'ufficio per rendersi conto di tutto ciò; si evidenzia la recinzione usata dai volontari di SOA e WWF per difendere l'area delle dune e del Fratino, anche durante i lavori di prelievo di sabbia per il ripascimento in altre aree. 
Il Comune di Pescara ha esaltato questo tratto di spiaggia davanti al Ponte del mare immortalandolo in un cartellone pubblicitario 6mt x 3mt lungo le strade la scorsa estate proprio per la bellezza di queste dune embrionali!









Sono presenti specie rarissime e protette ad ogni livello. Tra queste il Limonium virgatum con splendidi esemplari.




E' agile verificare consultando la planimetria allegata al progetto che la punta prossimale della barriera oltrepasserà l'ultimo trabocco verso monte per cui andrà ad attraversare integralmente l'area occupata attualmente dalla vegetazione dunale.




Tra l'altro sottolineiamo che lo stesso Piano del Demanio marittimo comunale destina quell'area a "Parco delle Dune" ed è incredibile che il redattore non l'abbia evidenziato.

Riportiamo integralmente l'estratto dell'articolo 10 del Piano del Demanio Marittimo comunale.




Ricordiamo che le piante psammofile sono sottoposte a tutela dalla Legge regionale 11 settembre 1979 n.45 e dal Piano del demanio marittimo regionale, anche sulla base delle segnalazioni provenienti dalle associazioni di tutela ambientale.

Per quanto riguarda le specie faunistiche altrettanto increscioso il fatto che si sia arrivati a negare l'esistenza nell'area di specie di interesse quando addirittura l'area è la più utilizzata in Abruzzo per la nidificazione del Fratino (Charadrius alexandrinus), specie particolarmente protetta a livello comunitario dalla Direttiva 147/2009/CE !

L'area è usata anche per 5-15 nidificazioni/anno, con punte di sei nidi in contemporanea posti proprio tra le dune in formazione. Gli adulti si alimentano nel tratto di battigia antistante.
Si tratta, ribadiamo, della maggiore concentrazione di nidificazioni nell'intero tratto di costa abruzzese!




Il fatto è così noto che sono innumerevoli gli articoli di stampa/servizi televisivi che hanno trattato l'argomento. Le scolaresche di Pescara vengono portate sulla spiaggia ad osservare i nidi. Sono stati installati anche cartelloni di grande formato.

Per rendersi conto di tutto ciò basta guardare questo servizio televisivo: 





La situazione dal 2013 ad oggi è ulteriormente migliorata, anche perché i lavori di prelievodella sabbia effettuati per il ripascimento di altre aree sono avvenuti escludendo le aree con presenza di piante (interessando quindi esclusivamente battigia) e con accorgimenti tali da limitare e compensare il disturbo causato dai mezzi meccanici all'opera.

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

Il progetto di marcatura individuale con anelli colorati coordinato dall'ISPRA ha comportato l'inanellamento in Abruzzo di un'ottantina di individui di Fratino. 
Di questi una ventina sono stati inanellati nell'area del Porto di Pescara che rappresenta anche un sito di svernamento; altri sono stati marcati nell'area della Torre di Cerrano, che è un Sito di Interesse Comunitario.

La lettura a distanza degli anelli ha permesso di stabilire che quella adriatica è una metapopolazione con individui che si spostano anche di centinaia di chilometri nella stessa stagione. 
Pertanto è dimostrato che la sopravvivenza dei nuclei riproduttivi e svernanti in SIC e ZPS adriatici è strettamente collegata agli interventi di gestione dei vari siti di svernamento e riproduzione al di fuori delle aree Natura2000. 
Pertanto, come prevede la Direttiva 43/92/CE, anche gli interventi esterni a SIC e ZPS che possono avere potenziali effetti sui siti deve essere sottoposta a Valutazione di Incidenza Ambientale. 
In questo caso stiamo parlando del principale sito di riproduzione in Abruzzo e uno tra i siti più importanti per lo svernamento.
Sulla base delle letture di anelli colorati, sono stati segnalati alla Madonnina individui che frequentano regolarmente siti Natura2000 per riprodursi e svernare.

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Tutte le simulazioni effettuate, comprese quelle che sono alla base della soluzione scelta (simulazioni dello studio APAT) non tengono in alcun conto le modifiche del livello medio marino derivanti dai cambiamenti climatici in atto. 
Gli studiosi (si rimanda agli studi dell'IPCC) ritengono che il livello medio marino continuerà a crescere e, sulla base dei vari scenari, si prevede un innalzamento di alcuni decimetri in pochi decenni. 
L'opera, una volta realizzata, dovrà esplicare la sua funzione per alcune decine di anni (per il calcolo dei tempi di ritorno la struttura dovrà funzionare per almeno 25 anni). 
E' deprimente pensare che non sia stato considerato questo fattore per definire il funzionamento del sistema tra 20-30 anni.

PERICOLOSITA'

La realizzazione della Diga Foranea pur creando gravissimi problemi (sedimentazione; qualità delle acque di balneazione) ha almeno azzerato i rischi derivanti dalle mareggiate per i fruitori del porto.
La cosa viene certificata dallo studio del Prof. Gallerano. 

Infatti nell'opzione 0 (configurazione attuale) la protezione del porto canale è assicurata e l'altezza delle onde arriva a poche decine di centimetri al massimo. 
Questa condizione è più favorevole non solo per la sicurezza della navigazione ma anche per il deflusso delle acque del fiume in caso di piena in quanto le acque dolci non trovano l'ostacolo del moto ondoso. 
Il Prof. Gallerano sottopone ad indagine le altre configurazioni (la 0, 1, 2 e 3), rimanendo d'altro lato esclusivamente nell'alveo dell'unica soluzione individuata nello studio APAT (e, cioè, la deviazione del fiume con la curva) aggiungendo esclusivamente, come varianti, il pennello di protezione esterno all'apertura della diga foranea e la barriera soffolta. 

Lo studio non approfondisce, quindi, altre soluzioni che pure sono state proposte da più parti (prolungamento dei bracci attuali verso la diga; allontanamento della diga foranea, ecc.).
Lo studio si dimostra a nostro avviso carente e parziale, e non soddisfa i requisiti minimi di una procedura di V.I.A. tenendo anche conto dell'estrema delicatezza dell'intervento. 
In ogni caso la simulazione porta a risultati estremamente preoccupanti ! 

Infatti, in alcune condizioni nella configurazione proposta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) il moto ondoso entrerebbe addirittura nel porto canale venendo anche amplificato e rendendo addirittura impraticabile il Porto canale!
Si riportano gli stralci delle conclusioni della relazione per un altezza dell'onda di 2,0 metri. In questo caso il porto diventerebbe impraticabile per almeno 175 ore (cioè anche una settimana).




La cosa peggiora con onde alte 2,5 metri che produrrebbero onde alte 2,8 metri all'interno del porto-canale !





La questione è assai delicata in quanto da quella direzione, come chiarisce la stessa relazione idraulico-marittima allegata al progetto, seppur molto raramente, possono arrivare anche onde di altezza tra 4 e 5 metri, cioè più del doppio delle condizioni che secondo la relazione depositata dal provveditorato renderebbero impraticabile il porto !
Quindi i giorni di chiusura sarebbero anche di più.

Crediamo che ai fini del rischio idrogeologico debba essere assolutamente preso in considerazione l'effetto di una tale mareggiata nel caso avvenisse contestualmente ad una piena del Fiume Pescara. 
Il mare potrebbe impedire il deflusso delle acque del fiume causando un vero e proprio disastro sulla città.

Richiamiamo in tal senso quanto avvenuto a febbraio del 2015 nell'area di Ravenna-Cervia, con il mare che ha impedito il deflusso delle acque cadute nell'entroterra causando gravissime alluvioni.

SEDIMENTI

L'intervento in oggetto è stato in larga parte proposto per cercare di evitare il dragaggio.
Ebbene, la stessa relazione del Prof. Gallerano ammette che, nella configurazione scelta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all'apertura) in ogni caso rimarranno da dragare ogni anno 15.000-20.000 mc di materiali tra i più contaminati.
Anche in questo caso lo studio appare parziale e insoddisfacente ai fini della procedura di V.I.A. in quanto esamina di fatto un'unica soluzione (quella propedeutica alla deviazione del fiume) e non altre opzioni.

CONFORMITA' CON IL PIANO REGOLATORE PORTUALE

Il progetto non è conforme all'attuale Piano Regolatore Portuale. Il continuo richiamo contenuto negli elaborati al nuovo strumento di pianificazione è completamente fuorviante in quanto esso, non essendo approvato, non è efficace. 
Tra l'altro risulta che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici abbia richiesto diversi approfondimenti su quel piano.
Appare quindi come una ulteriore forzatura (dopo aver già assegnato l'appalto !) voler mettere tutti "davanti al fatto compiuto" realizzando una parte del nuovo P.R.P. ancora in fase di approvazione.

Il presente intervento, da un punto di vista procedurale, va quindi inquadrato come una variante al Piano Regolatore Portuale vigente e, di conseguenza, dovrebbe essere assoggettato ad una procedura coordinata di VAS (per la variante al Piano)-VIA-V.INC.A.

Per le ragioni sopra esposte si chiede:

a) di imporre il blocco di qualsiasi procedura di assegnazione definitiva della gara da parte del proponente pena la sospensione della procedura di V.I.A.;

b) lo svolgimento della Valutazione di Impatto Ambientale completa, comprensiva dello svolgimento della Valutazione di Incidenza Ambientale e della Valutazione Ambientale Strategica;

c) la segnalazione all'ordine dei Biologi del redattore dello studio ambientale per quanto affermato affinché valutino se il suo operato è rispondente ai requisiti previsti per gli studi di impatti ambientale;

d) alla Procura della Repubblica di valutare l'esistenza di possibili irregolarità nelle procedure connesse alla realizzazione dell'intervento, ivi comprese le procedure di appalto.

Le associazioni scriventi si riservano di sottoporre la questione alla Commissione europea per possibili violazioni delle direttive comunitarie relative alla V.I.A., V.A.S. e V.INC.A.


F.to Massimo Melizzi - Presidente Associazione Pescara PuntoZero
Augusto De Sanctis - Presidente Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus

ASSOCIAZIONE PESCARA PUNTOZERO
Associazione Pescara Punto Zero - Via Larino 10, 65121 Pescara P.iva 00338600687

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS
Sede: c/o Museo De Leone, Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, 65010 Penne. 
Sede operativa : via A. De Nino 3, 65100 Pescara - C.F. 93022850692


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