Il porto-canale di Pescara: anni '60 Da notare che l'angolo della banchina sotto la statua della Madonnina è sempre stato soggetto ad andare in secca. Quella zona serviva da area di evoluzione per i mercantili, che attraccavano alla banchina sud. Ma adesso non serve più a quello scopo. Nel secolo scorso si è sempre provveduto a dragarlo contemporaneamente al porto-canale, ma è chiaro che è un "difetto" del porto che abbiamo pensato di risolvere nell'ambito della Proposta di soluzione presentata alle autorità in fase di VAS del PRP e al Provveditorato OO.PP. |
Dopo diversi mesi di colloqui, proposte e solleciti rivolti alle autorità competenti a risolvere il problema del dragaggio del porto-canale, finalmente ci siamo.
Il Provveditorato alle OO.PP., nella persona dell'ing. Donato Carlea, ha sbloccato la situazione provvedendo alla rimozione dei fanghi depositatisi negli ultimi anni e ristabilendo l'operatività, anche se parziale del porto.
Parziale, perchè se i pescherecci possono già muoversi, anche nel bacino interno (quello di fronte al Mercato Ittico) dove essi fanno rifornimento di carburante, dove scaricano il pescato e dove fanno tutte le operazioni di manutenzione, invece le navi petroliere e il traghetto ancora non hanno le banchine disponibili (ma comunque il traghetto non è in vista).
Come pure la canaletta è adesso agibile e la "strada" creata nell'avamporto permette ai pescherecci, con un po' di prudenza, di passare.
C'è quasi dovunque una profondità di -3,30 mt , per cui la Capitaneria emetterà un'ordinanza di agibilità in tempo utile. Nei pressi della banchina nord, dove ci sono le pompe di carburante, c'è una profondità anche di -3,50 mt. E presto anche la banchina sud potrà ospitare di nuovo anche i pescherecci con chiglia più profonda.
E l'operazione continua...
L'ing. Carlea ha coordinato in maniera egregia il lavoro di dragaggio e ha fatto sì che il porto sia pronto affinchè già da domenica notte 2 giugno p.v. i pescherecci possano tornare a pesca.
In settimana i pescherecci hanno già fatto rifornimento di carburante, i pescatori hanno preparato le reti e le attrezzature e qualcuno ha fatto già qualche pescata di prova.
Le difficoltà in cui si è dovuto muovere erano ENORMI, sia dal punto di vista ambientale (con la Procura sempre in agguato) sia per le scarsissime risorse economiche disponibili (che l'Italia sia in difficoltà è noto a tutti).
Inoltre che il fiume Pescara sia inquinatissimo è risaputo da tempo.
Nel 2015 l'Europa ci sanzionerà se le sue condizioni ambientali non rientreranno in certi parametri di "salute" e se non sarà stato bonificato.
Operazione che, con o senza le sanzioni europee, dovremmo fare da soli (ci sarà mai qualcuno e qualche Istituzione che avrà il coraggio di affrontare il problema ?).
E' meglio pagare multe o cominciare con quei soldi a bonificarlo ?
Non vogliamo stare in Europa ? Questo è un'altro discorso.
La signora Thatcher, primo ministro inglese, riuscì a bonificare nei decenni scorsi il Tamigi, fino al punto da farvi ritornare a vivere i salmoni.
Il Tamigi è molto più grande del fiume Pescara e l'area metropolitana di Londra è abitata da 12,5 milioni di abitanti.
Possibile che il il nostro fiume, tanto caro al nostro Vate e al Re V. Emanuele II, come si può leggere dalle iscrizioni sotto le finestre del Comune, non si possa bonificare ?
Ma per tornare al dragaggio, c'è voluto da parte dell'ing. Carlea un coraggio enorme a prendere in mano la situazione e fare quello di cui nessuno in passato aveva avuto la capacità.
Perciò la marineria è grata al Provveditore per aver sbloccato la situazione e aver ridato ad essa la possibilità di tornare in mare e non essere più di peso alle casse pubbliche per via dei rimborsi che lo Stato, la Regione (l'Assessorato alla Pesca e in modo particolare l'assessore Febbo) e gli altri enti hanno nel frattempo giustamente dovuto elargire (anche se non tutti ancora).
Quando anche le petroliere potranno tornare in porto a scaricare non ci è dato sapere. Speriamo presto.
Come andrà avanti poi il problema della soluzione dell'assetto portuale lo vedremo.
Intanto il porto ha ricominciato a vivere.